L’atto più importante nello zen è la postura della meditazione: zazen. Continuamente noi corriamo alla ricerca di qualcosa. Collocarsi nella postura, fare zazen, permette di fermare il movimento, trattenere il processo di fuga in avanti, un processo che fa della nostra vita un’illusione senza averla vissuta. C’è troppo di tutto: troppo cibo, troppo rumore, troppa pubblicità, troppe immagini troppo troppo. Tutto il mondo è intossicato, la via naturale è dimenticata. Si tratta di non restare attaccato allo spirito delle cose, di mantenere una certa distanza dalle cose, interrompere lo sviluppo di questa catena di cause ed effetti nella nostra vita quotidiana, si lascia passare (come le nubi passano sopra la montagna senza mettergli fretta). Abbiamo una eccessiva quantità di pensieri, desideri, sogni che si agitano nella nostra testa, ecco l’importanza di praticare zazen: ritornare in quel posto dove non c’è nulla di speciale. La postura di zazen permette di ritornare alla nostra natura interiore incontaminata. La postura immobile permette di lasciar passare i pensieri come le nubi nel cielo, lasciar passare, passare.

La vera saggezza sta nello sforzo dell’immobilità, concentrarsi nella postura di meditazione, una postura forte, ricca, bella, allora l’armonia torna e la saggezza appare. Bisogna praticare fortemente, una postura giusta influisce molto sul piano personale. La postura aiuta a curare il corpo e lo spirito. Bisogna tracciare la propria vita fortemente: la vita è come una linea fatta di punti, ogni istante è un punto, quanto più forte e vivido ogni istante, più forti sono i punti, perciò la vita. Con la pratica della meditazione, con lo zazen le tendenze, i difetti e le illusioni decrescono naturalmente, spontaneamente, automaticamente. Significa darsi lo spazio per sentire più vividamente e semplicemente di essere. La vita moderna tende a distruggere il sacro, lo zen lo intensifica. Lo zen ci fa provare la sacralità del respirare, del camminare sulla terra, del restare in silenzio per un momento, l’azione sgorga dal silenzio e da un chiaro senso dell’essere, nessuna regola e nessuna tecnica può costruire questa qualità. Creare uno spazio è importante, tornare a questo spazio cominciando dal silenzio, dal vuoto fertile dalla solitudine, creare uno spazio all’interno di se stessi: una disposizione d’animo ricettiva. Imparare a ritornare al vero Sé. Questo spazio è più importante della conoscenza, le nozioni non sono più importanti della semplicità della saggezza, la qualità della consapevolezza è più potente di qualunque tecnica, teoria o interpretazione. Lo zen è più interessato a vuotare che riempire, invita ad uscire dalle nostre concezioni e a sperimentare il mondo ancora fresco e nuovo. Non è una filosofia intellettuale, al contrario consiste nel pensare col proprio corpo, è una saggezza del corpo. E’ unire corpo e spirito, è la pratica di tutto il corpo; realizzare la nostra natura essenziale, rivelare gradualmente il nostro vero Sé privo di io. “Prova e vedi”.

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