… e studiando la Cinematerapia…

Si è conclusa con il mese di giugno 2006 presso l’Istituto Solaris, la prima annualità propedeutica del Master di Cinematerapia. Uno dei lavori di fine anno era una prova per me del tutto inconsueta e quasi una nuova ‘sfida’: una Tesina Corale Creativa!… E che cos’è? O meglio, come facciamo a farla?…

Questi i primi interrogativi sorti in noi studenti, ignari del fatto che ci aspettava la preparazione di una bellissima rappresentazione, nella quale poter esprimere le nostre doti di sceneggiatori, costumisti, registi, attori, ballerini, a partire da un tema comune che ci guidasse come filo conduttore lungo questo tragitto.
Mi spiego meglio: dopo aver visto il film-documentario “La Storia del Cammello che piange”, abbiamo estratto tutti insieme le tematiche che più ci avevano colpito.
Ne abbiamo quindi individuata una che riguardasse il vissuto di ognuno di noi: il trauma di non essere accettati nella propria natura più profonda, nel proprio progetto e, di conseguenza, il doversi piegare alle aspettative ed ai bisogni altrui. Questo tema è stato il nostro punto di partenza. Un percorso che – originando dal trauma e passando attraverso il dolore e le reazioni – approdasse poi alla coscienza, alla comprensione ed al perdono per giungere così alle nuove decisioni di attuare una trasformazione creativa nella coralità e nella gioia. Questo percorso teorico di trasformazione creativa di un trauma doloroso si è infine ‘materializzato’ in un percorso reale durante la preparazione della Tesina stessa. Il lavoro è iniziato prendendo contatto, ognuno di noi, con questa parte dolorosa e traumatica della propria storia (la visione del film ci ha aiutato ad andare incontro a queste emozioni nascoste dentro di noi); il secondo passo è stato quello di riconoscere quali reazioni tale dolore avesse provocato in passato e soprattutto cercare di individuarle mentre venivano a farci visita in corso d’opera…(distruttività, rabbia, fuga, onnipotenza, paura, ecc.).

Osservare con uno spirito completamente nuovo e riflettere insieme su questi vecchi schemi di comportamento, ci ha permesso di individuare le tappe successive necessarie alla nostra crescita psicologica ed evoluzione spirituale: ascoltare il nostro Sé, che spesso ci parla attraverso il malessere, e decidere di lavorare sulla comprensione ed il perdono per ciò che ci è capitato. Mentre procedevamo nell’elaborazione teorica di tale processo, lo trasformavamo anche in una storia, una rappresentazione che potesse contenere e veicolare tutte queste nostre scoperte. Giunti a questo punto mi si è rivelata la ‘genialità’ del lavoro che stavamo affrontando: il discorso teorico che andavamo via via costruendo si materializzava davanti ai nostri occhi (o più che altro dentro ai nostri cuori) e dovevamo confrontarci con tutte le varie tappe fin qui individuate man mano che proseguivamo.

Quando all’Università studiavo letteratura mi capitò di incontrare il fenomeno del “teatro nel teatro”, ovvero la rappresentazione che parla di se stessa e prende vita da tale riflessione. Ebbene la stesura della Tesina Creativa mi ha risvegliato una tale sensazione di magia e di un mondo dove le corrispondenze ci lasciano meditare sul disegno che sottende la realtà apparente.

E’ proprio questa la Creatività trasformatrice degli antichi vissuti dolorosi, che utilizza il materiale ‘forte’ e ricco di energia dei vecchi traumi per dare vita ad una Bellezza imperitura e capace di portare un messaggio di salvezza, speranza, perdono ed amore all’Uomo. Il nostro percorso, partito quindi dalla riscoperta di quell’antico dolore di non essere stati accettati nella nostra natura più profonda, è finalmente approdato, sabato 17 giugno, al XIV° Seminario di Cinematerapia di Tragliata dove abbiamo rappresentato uno spettacolo ricco di simboli, suoni, gestualità e contenuti specifici. Una rappresentazione frutto della profonda trasformazione di quegli antichi vissuti.

Personalmente l’aver partecipato alla creazione di questa Tesina Corale mi ha fatto comprendere ancora meglio quanto sia complicato superare le nostre barriere difensive ed entrare in contatto con parti così addolorate ed ancora vive dentro di noi. Ma il mezzo creativo e le forme espressive di tipo artistico mi hanno donato il passe-partout per provare ad aprire quella vecchia porta arrugginita dentro al mio inconscio e tirare fuori quelle vecchie ‘cianfrusaglie’, scomode ed ingombranti fino a ieri, divenute meravigliosi materiali di scena per il nostro spettacolo di oggi! La Vita è trasformazione, la Bellezza è trasformazione creativa del dolore.

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