Energia pulita dai passi dei pendolari. Entro fine anno un prototipo per catturare i watt prodotti da chi cammina.

Se in casa abbiamo bisogno di energia andiamo in cerca di una presa di corrente. La 220 dei nostri appartamenti è infatti l’unica fonte alla quale ci possiamo rivolgere, ma in realtà l’energia ci circonda e rimbalza per tutto l’ambiente in cui ci muoviamo. Mentre stiamo seduti e leggiamo produciamo energia (circa 100 watt), ogni passo che muoviamo produciamo energia (tra i 5 e i 7 watt), persino i fastidiosi rumori che arrivano dalla strada e fanno vibrare i vetri sono carichi di energia. Il problema, che per il momento ci obbliga a infilare la spina nella presa, è che tutta questa energia si disperde, non c’è modo di metterla insieme e sfruttarla. Non sappiamo “raccoglierla”, per usare la traduzione letterale dell’espressione inglese “energy harvesting” che indica la tecnologia che si occupa di esplorare questo campo scientifico. Presto però le cose potrebbero cambiare. Il primo prototipo di una piccola centrale elettrica alimentata grazie all’energy harvesting è atteso infatti entro la fine dell’anno. A realizzarlo sarà “The facility architects”, un grande studio di progettazione inglese che pensa di riuscire a imbrigliare la corrente prodotta dal camminare dei passeggeri della metropolitana londinese.

L’idea è quella di dotare il pavimento di alcune stazioni della metropolitana particolarmente affollate di generatori a pressione idraulica in grado di “catturare” i watt prodotti da ogni passo. “Alla Victoria station ad esempio – aggiunge l’architetta della “Facility” Claire Price – nelle ore di punta transitano circa 34 mila passeggeri che camminando producono un’energia che correttamente catturata potrebbe alimentare 6500 lampade a led”. Sfruttare il frenetico viavai dei pendolari, i “commuters”, sarebbe però solo il primo passo lungo una strada che potrebbe riservare grandi opportunità. Nei progetti futuri della “Facility architects”, che dovrà comunque testare a lungo il prototipo (esistono però già delle intese con potenziali clienti asiatici), c’è anche la realizzazione di micorgeneratori in grado di usare le vibrazioni dei treni o delle automobili di passaggio per dare corrente all’illuminazione pubblica. Per il momento non si tratterebbe di sostituire la normale alimentazione, ma di rendere possibile l’installazione di nuovi lampioni lì dove ora i costi per trasportare la rete tradizionale lo impediscono.

“Successivamente le applicazioni potrebbero essere infinite – spiega ancora Price – soprattutto per monitorare quanto accade negli edifici e renderli più efficienti dal punto di vista energetico, segnalando se le luci sono accese inutilmente o se qualcuno ha dimenticato una finestra aperta”. Un ventaglio di possibilità che conducono tutte nella stessa direzione: “La speranza è che un giorno fare un passo lungo il corridoio di una metropolitana corrisponda a fare un passo verso la salvezza del Pianeta”.

Fonte: Repubblica.it

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