Come trasformare vecchie abitudini per cambiare e crescere

Se qualcuno mi mostrasse il primo filmato della mia vita non avrei scommesso un centesimo su di me. Eppure eccomi qua: forse invece avrei dovuto scommettere di più perché quei soldi li avrei vinti. Nella cornice dell’Istituto Solaris l’8 febbraio scorso si è svolta la quarta conferenza di Introduzione alla Cinematerapia, un piccolo assaggio di ciò che viene svolto nei Seminari veri e propri con lo scopo di divulgare questo strumento di autoconoscenza e consapevolezza. Si tratta di percorsi di trasformazione e di contatto profondo con le proprie parti inconsce che agiscono inconsapevolmente sulla nostra vita e sui nostri progetti, percorsi finalizzati ad una migliore qualità della vita. L’argomento proposto in questa conferenza è stato:”LA FORZA DEL CAMBIAMENTO”, come trasformare vecchie abitudini per cambiare e crescere. In modo provocatorio ma amorevole abbiamo proposto il cambiamento dei nostri schemi mentali. Provocatorio perché ce li portiamo dietro da quando siamo nati e ci rendiamo conto che la richiesta è azzardata. Amorevole perché doniamo i nostri vissuti personali per arrivare fino al cuore di chi ci ascolta.

Il film racconta in modo anche umoristico le storie di tre personaggi: – Melvin scrittore di grande successo ma affetto da una nevrosi fobica ossessiva.
– Simon, pittore gay, con il suo amatissimo cagnolino Verdell odiati entrambi da Melvin , apparentemente tranquillo e amorevole ma che nutre un forte odio per i suoi genitori che non hanno mai accettato il suo essere.
– Carol cameriera nel ristorante dove Melvin consuma tutti i giorni alla stessa ora, allo stesso tavolo, lo stesso pranzo. Anche lei convive con un gran dolore: un figlio affetto da una grave forma di asma quasi impossibile da curare visto l’altissimo costo che richiedono le cure.

Insomma tre storie che avrebbero bisogno di un grande amore per poter cambiare i loro schemi mentali e per qualche strana coincidenza le loro strade si incrociano. Il personaggio che ho scelto per questa mia lettura del film è Melvin, il suo di cambiamento riuscirà magicamente a travolgere anche Simon e Carol. All’inizio il film fà una panoramica dei personaggi cosi da dare l’idea di quale fosse la loro vita apparentemente stabile: sembrerebbe impossibile qualsiasi trasformazione! Certo anche io se dovessi vedere il primo filmato della mia vita non avrei scommesso un centesimo su di me eppure eccomi qua, forse avrei dovuto scommettere di più perché quei soldi li avrei vinti.

Certo non ho ancora raggiunto il top e forse non lo raggiungerò visto che la perfezione, per fortuna, non è di questo mondo, però di soddisfazione e di piccoli traguardi ne ho raggiunti tanti: i miei figli, il rapporto di coppia, il rapporto con gli altri e soprattutto me stessa. La bellezza sta nel fatto che ho potuto usare tutto quello che faceva parte di me: i miei pregi e i miei difetti, ciò che ritenevo fosse bene e ciò che fosse male, i miei limiti e le mie eccedenze e questo ha reso tutto più semplice, perché non ho fatto violenza a nessuna delle mie parti, le ho dovute solo armonizzare per farne una sintesi. Non è stato semplice così come lo dico! Una delle trasformazioni che mi fa venire in mente il film è quella del rapporto di coppia. In passato pensavo che il mio uomo non mi fosse mai sufficientemente vicino, che fosse poco amorevole e attento, insomma non era mai come io volevo che fosse. A mia immagine e somiglianza, presuntuosa non credete?” Addirittura, come fanno i bambini, avevo la pretesa di non dover chiedere nulla e restavo in attesa che lui capisse! Ma questo non accadeva mai.

Equazione razionale: io non mi sentivo pienamente amata e di conseguenza, per dimostrare cosa volesse dire amare io mi facevo carico di tutte le responsabilità, mi occupavo di tutto e lui non aveva bisogno neanche di parlare. Chi poteva negare che questo non fosse vero amore !! No, neanche questo era vero amore, nè per me nè per lui Questo suo continuo prendere mi ha reso sterile, impaurita e l’ angoscia di non essere amata si è consolidata ancora di più fino al punto che dopo il suo abbandono, per altro dolorosissimo, ho preso il mio cuore e il mio amore e l’ho chiuso a chiave in un cassetto con la promessa solenne di buttare via la chiave. Ovviamente c’è stato un concorso di colpa, difficile da accettare quando ci sentiamo feriti e abbandonati. Povera me pensavo dopo tutto quello che ho fatto?!? Non ci sarà un altro ma se mi capita pagherà il conto fino all’ultima lira, a quei tempi l’euro ancora non c’era !!! Certo sarebbe stato facile elevarmi a vittima e io avevo tutte le carte in regola, con tre figli piccoli chi non sarebbe stato dalla mia parte! Immersa nel mio dolore ho capito che fare la vittima e concentrarmi a preparare la spietata vendetta non mi avrebbe portato da nessuna parte.

Non potevo delegare la responsabilità di riempire quel vuoto che sentivo dentro di me ad un’altra persona. Solo io ero responsabile di me stessa e mi sono resa conto che il dolore che sentivo era troppo rispetto all’evento della mia separazione. Nel film Simon dice: “….toccare il fondo è l’esempio assoluto di orrore del genere umano…” è vero più che orrore a me ha fatto terrore. La mia decisione è stata quella di smettere di vivere nella menzogna e di usare la verità ovvero di accettare che la soluzione l’avrei potuta trovare solo dentro di me, che era solo il mio dolore e mi sono presa la libertà di curarlo. L’ Amore è la forza che mi ha aiutato a prendermene cura iniziando così ad amare veramente me stessa e gli altri ma ho dovuto imparare a farlo e non è facile, perché non c’e lo insegna nessuno. Come dice Fromm : Amare è un Arte. Ma è un arte che si apprende. Nel film tutto questo si evince nel rapporto tra Melvin e il cane. Fondamentale è stato l’amore incondizionato che il cane gli mostra nonostante qualche giorno prima avesse tentato di ucciderlo. Quell’uomo così rozzo e brutale decide di suonare il pianoforte, pensate, per convincerlo a mangiare.

Nella mia storia invece determinante è stato l’amore dei miei figli. Poiché io non potevo permettermi di amarmi così tanto da poter trasformare la mia vita in una vita migliore, ho scelto di farlo per loro. Bellezza: è l’Opera d’Arte che ho creato in questo percorso. Oggi ho ricostruito la mia vita e quella dei miei figli. Ho un altro rapporto di coppia ma questa volta basato sulla verità e sull’amore, ma quello vero! Non ho più la necessità che sia lui a dover riempire il mio vuoto e ho imparato a chiedere quello di cui ho bisogno. Non è vero che se una persona ci ama deve sempre sapere esattamente quello che vogliamo! Accolgo i suoi difetti, perché scendendo dal piedistallo della mia perfezione, mi sono accorta di averne anche io! E lui accoglie i miei con grande amore e pazienza. Non ho più la pretesa che sia a mia immagine e somiglianza altrimenti dove sarebbe lo scambio per crescere? Ironia della sorte lui è completamente diverso da me. Esempio: io penso che in una giornata si possano fare mille cose, lui non più di dieci e così ne facciamo cinque e io non arrivo a fine giornata morta come al mio solito.

Ho capito che quando ci sentiamo feriti, invece di inveire con rabbia buttando addosso all’altro un odio che non lo riguarda, dobbiamo guardare dentro di noi. Anche se non è facile, vale sempre la pena provare per darci la possibilità di vivere con la persona che amiamo. Nel film Melvin dichiara il suo amore nel modo più bello del mondo: “Tu mi fai venire voglia di essere un uomo migliore! ” Decide, accettando la verità del suo malessere, di cambiare donando la parte migliore di se stesso e il suo amore più puro alla donna che aveva reso possibile tutto ciò. Questo è cambiare gli schemi mentali: con l’amore donato da lei riesce a creare una bellezza che in natura gli era stata negata. Ed è questo che rimarrà per sempre. Così è stato anche per me. Oggi sono felice, non rinnego il mio passato, questo è parte integrante del mio percorso di crescita, se non si tocca il fondo non si può risalire. Oggi amo profondamente il mio presente. Guardo con gioia ed emozione mio figlio che ha 21 anni e il mio compagno quando insieme suonano la chitarra e mi rendo conto che forse abbiamo reso possibile l’impossibile!

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