Arte Terapia – Una brillante avventura intergalattica alla ricerca e alla scoperta del mio Sé, in coralità e organicità con altre persone.

Si è concluso a giugno scorso, presso L’Istituto Solaris, il primo anno propedeutico per il “Master in Cinematerapia”. Un anno ricco di impegno e pathos. Il master ha rappresentato un momento formativo importante lungo il sentiero della conoscenza e dell’approfondimento dell’importanza delle emozioni, con il nostro carico di vissuto personale. Un impegno importante all’insegna della volontà di riuscire. Un lavoro teorico, umano e di realizzazione corale. Un anno di formazione importante per ognuno e per tutto il gruppo, un periodo di impegno e intensa coralità esistenziale. Il tutto sotto l’attenta e professionale guida didattica e umana dei Conduttori. Non sono mancati tuttavia i momenti di vera difficoltà sin dall’inizio di questo cammino. La decisione stessa di partecipare era minacciata da una notevole mole di dubbi e di resistenze. Controbilanciate da un profondo interesse ad approfondire una materia che era stata solo oggetto di letture superficiali presso l’Istituto, nonché da una maturata consapevolezza e comprensione frutto di un importante cammino individuale. Sarei stato in grado di portare a termine il corso?
E poi di che cosa si trattava veramente?
Che cosa averi dovuto fare?
Quanto mi sarebbe costato?
Non sarebbe stato pericoloso?

Sono solo alcuni esempi di resistenze e paure che mi hanno accompagnato alla prima lezione. Nonostante le premesse – formative e non terapeutiche – più volte ricordate dai docenti, avvertivo il peso di una tristezza profonda, il mio approccio al master era terapeutico, e questo mi bloccava. La necessità di trasformazione era necessaria e urgente in me. Il confronto con i colleghi e un impegno deciso contro ogni “Madre divorante” hanno alleggerito la mia angoscia permettendomi di venir fuori dal dolore in maniera creativa. Non eravamo una gabbia di matti, ma apprendisti intagliatori di dinamiche esistenziali con l’impegno di toglier via il dolore preservandone la luce originaria. Il progetto originario.

Come per la nascita delle stelle così anche il mio percorso nel master è passato dalla fase della condensazione – la raccolta delle mie tante energie e particelle intorno al progetto di iniziare un importante percorso formativo completamente nuovo – a quella del collassamento – la perdita di consistenza e la caduta interiore sotto il peso delle forze negative che raffreddavano la mia energia e mi derubavano dal progetto iniziale generando in me un enorme conflitto – per finire con l’esplosione termonucleare – la mia piena e totale partecipazione e l’amore che ne è scaturito nel rapporto con i miei colleghi e la vera e propria dispersione di particelle positive contagiose che hanno trasformato il dolore iniziale in una brillante avventura intergalattica alla ricerca e alla scoperta del mio Sé, in coralità e organicità con altre persone. Abbiamo imparato come gruppo e come singoli che ognuno di noi è un artista. Gli artisti della nostra Vita. Liberi di creare opere uniche. Credo di aver imparato tanto. Il processo di apprendimento all’interno del master è stato graduale e continuo. Sempre sapientemente guidati e diretti abbiamo iniziato a “vedere” per poter plasmare, modificare e trasformare le nostre vite. Saper individuare gli schemi e le catene di dolore per poterle interrompere e liberare le nostre capacità creative verso la realizzazione del progetto originario insito nella polvere di stelle di cui siamo formati.

Il master è stato per me il luogo dello studio di argomenti che solo fino a qualche tempo fa mi avrebbero terrorizzato. Il master è stato quindi anche una palestra interiore per il superamento di paure infondate. Abbiamo trattato l’arte e le ritualità con il loro poter evocativo. Dalle guarigioni primordiali ai primi magnetizzatori, l’evoluzione del pensiero filosofico, storico e scientifico verso la moderna psichiatria dinamica e ancora oltre. La persona come completezza non solo nella propria dimensione biologica e psichica ma anche come depositaria di una importante componente spirituale. Lo studio del pensiero di Antonio Mercurio intorno al concetto di Persona.

Il master non ha lo scopo di formare terapeuti, ma di formarsi per imparare a “leggere” la trama di un film, a saperne individuare le dinamiche esistenziali, i simbolismi e le trasformazioni. Con la Cinematerapia lavoriamo sulla funzione evocativa, propria delle arti, utilizzando la più moderna delle forme di comunicazione, il cinema appunto. Le emozioni hanno un forte “fascino” sul nostro equilibrio psicologico. Sorridiamo e piangiamo, siamo allegri e disperati.

Imparare a leggere il film è come saper “tagliare” dalla trama e dal contesto le dinamiche esistenziali, individuarne gli elementi di coralità e di trasformazione creativa che hanno potere di evocare emozioni profonde. Stimolarci nell’inconscio. Evocare un vissuto doloroso e magari aiutarci a comprenderlo a sentirlo e trasformarlo. Così la Cinematerapia si pone come supporto, stimolo, al miglioramento della propria vita alla ricerca di Sè.

Pensare al cinema in un contesto “trasformativo” ed “esistenziale” assume delle implicazioni che trascendono la funzione classica di tale espressione artistica, vale a dire andare oltre natura “ludica” e di intrattenimento. Il messaggio del film come un archetipo di dinamiche esistenziali. La trama e le immagini possono evocare luoghi del nostro pensiero e dinamiche di vissuti individuali magari lontane e dimenticati. Ecco così che il film può essere per lo spettatore un importante stimolo al ricordo. La trama cinematografica è una nave sulla quale navigano emozioni. Salpati da porti lontani e con acque più o meno favorevoli anche noi un tempo abbiamo tolto l’ancora e preso il largo sul mare della nostra vita; e come la nave anche noi abbiamo affrontato burrasche e bonacce e attacchi e sequestri da parte di sconosciuti pirati di emozioni. Siamo stati marinai e capitani, silenziosi lavoratori e abili condottieri sul mare della vita reale e in quella fantastica.

Il cinema, questa bella invenzione! Mi piace pensare che ogni persona ha un suo film del cuore. Silenziosamente a volte lo richiamiamo alla mente, ne evochiamo le immagini e ne attingiamo gioie e dolori, forza e speranza. Quel film contiene, lo sentiamo, una chiave d’accesso al nostro vissuto e riesce, non sappiamo come, a imporre la sua attenzione. La chiave d’accesso è proprio in quella lacrima che ci solca il viso e in quel dolore che ci esplode nel petto come pure nella liberazione di quell’abbraccio e in quel finale che ad ogni nuova rievocazione ci emoziona.

– Come per Will Hunting del Film “Genio Ribelle” sentivo la necessità di un aiuto, ed avevo paura. Quando ho visto il film ho sentito forte in me un senso di pace e di speranza. Avevo bisogno d’aiuto e le mie difficoltà me lo ricordavano in maniera più o meno violenta. Sapevo comunque che la cosa più importante era decidere di alzare la mano, vincere il mostro, e chiedere di essere aiutato. Will un giorno parte per la California, aveva un progetto da seguire. Come Will sentivo che dovevo fermarmi per occuparmi del mio progetto di vita. Come dice Truman in “Truman Show”: A volte per andare avanti bisogna tornare indietro.

Tutto questo è stato il mio primo anno di Master in Cinematerapia. L’anno del primo passo, l’anno del primo tassello verso il prossimo a cui con grande entusiasmo io ed i miei colleghi ci stiamo avvicinando. L’anno in cui abbiamo sofferto e lottato per non perderci e per realizzare importanti cambiamenti. Siamo cambiati un po’ tutti. Siamo migliorati. Siamo orgogliosamente pronti a ricominciare.

Visita il sito della Cinematerapia: www.cinematerapia.it

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