L’avvelenamento del pensiero, del respiro, del cibo.

I maggiori ostacoli alla felicità e quindi alla ricchezza sono: l’avvelenamento del pensiero, del respiro, del cibo. Noi non pensiamo propriamente, non respiriamo propriamente, non ci alimentiamo propriamente.
Questi sono i tre veleni che universalmente inquinano il sogno, lo offuscano e, senza che ne siamo consapevoli, ne tarpano in noi le ali. Se i sognatori del pianeta sono pochi è a causa di questo inquinamento. E questo spiega il fatto che l’umanità non ha sogni, nutre soltanto immaginazioni malate, Distopie. La convinzione di Otzium…il dolce non fare, è che lavorando su questi tre alimenti dell’uomo, eliminandone i fattori inquinanti, è possibile elevare l’essere, cambiare modo di sentire, di pensare, di desiderare. Possiamo fare uno sgambetto alla meccanicità e sfuggire ai tirannici dettami di un’educazione ai sensi di colpa, alla scarsità, alla infelicità. Possiamo affrontare i nostri limiti, combattere la scarsità, la negatività, la meccanicità in noi.

Paradossalmente le vie attraverso cui si formano gli ostacoli alla ricchezza ed alla felicità dell’uomo sono anche le autostrade per il suo raggiungimento per chi conosce the art of dreaming.

L’arte del sognare è l’arte di modellarsi dall’interno, l’arte di ridisegnare la propria vita, di riprogrammarsi e trasformarsi, la capacità di abbandonare la zavorra intellettuale fatta di vecchi concetti, pregiudizi, schemi mentali ormai arrugginiti, idee di seconda mano; è l’arte di trasformare l’immondizia psicologica, prodotta da emozioni spiacevoli ed immaginazioni negative, in propellente per il proprio viaggio (come la straordinaria macchina del tempo immaginata da Spielberg nel film “Ritorno al Futuro”). Nel praticare l’arte del sognare e per provare ad allenare un’autonomia di pensiero, an indipendent thinking, rispetto alle convinzioni comuni a miliardi di persone, potremmo cominciare dalle convinzioni e dalle abitudini più comuni ed inveterate, mettere in discussione quelle di cui più siamo certi e che più diamo per scontate.

Quante cose immettiamo nel nostro essere (fisico, emozionale, mentale) senza neppure rendercene conto: dai cibi psicologici inquinanti come stati di dubbio, paure, ansietà, incertezze, fino al fumo, alcolici e droghe di ogni genere. Li assumiamo per nascondere uno stato d‘irresponsabilità.

Dietro il fumo, il mangiare eccessivo, l’abuso di alcolici, la guida spericolata, in realtà si nasconde la paura, il dubbio, l’irresponsabilità. Gli adulti vanno rieducati e per i ragazzi occorre creare nuove scuole ed università dell’essere. Lo sviluppo dell’essere è economia. Un leader deve essere molto attento al suo modo di pensare, di respirare, di mangiare e non permettere alcun inquinamento del suo essere, sotto nessuna forma.

Un altro dei pregiudizi che abbiamo assorbito dall’ educazione è che invecchiare sia naturale. Gli esperimenti da noi condotti in Biosociologia ci portano a credere che l’invecchiamento è un modo per sfuggire alla responsabilità, così come la malattia. La vecchiaia è il risultato di tutti gli inquinamenti che hanno indebolito in noi la gioia della vita. Un’altra convinzione perniciosa è che tutti noi siamo convinti di saper respirare. Pur essendo creature d’aria noi non siamo consapevoli di essere come pesci sul fondo di un universo etereo e che un oceano d’aria preme per 1 kg su ogni centimetro quadrato del nostro corpo. In realtà dovremmo immettere nei nostri polmoni una quantità di ossigeno almeno cento volte superiore a quella che ordinariamente immettiamo.

Ogni uomo dovrebbe dedicare ore ed ore ogni giorno ad una respirazione piena, profonda, completa. Ci sono parti del nostro organismo che non sono più alimentate e mancano di ossigeno. Solo una piccola parte dell’umanità ha preso coscienza di questo, e presta attenzione al cibo, alla respirazione, alla qualità del pensiero e alla tipologia dei prodotti utilizzati.

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