Mangiare è come assaporare la vita: sentire se è bella o brutta.

Gli alimenti da coltivazione biologica, senza coloranti e conservanti e non transgenici, stanno prendendo sempre più spazio nella nostra alimentazione. Nei supermercati non mancano le linee di produzione di questo tipo e i negozi specializzati si moltiplicano. La cultura italiana del mangiare la carne sta tramontando in favore del pesce o di una cucina vegetariana, dove viene usata la soia come principale componente proteica in tutte le sue preparazioni alimentari, dal formaggio allo yogurt, allo spezzatino. Alimenti questi, a volte, anche nuovi e gustosi. C’è la possibilità quindi, oltre che di mangiar sano, di soddisfare il palato. Questo è uno degli aspetti psicologici del cibo. Il collegamento con il piacere, con il soddisfacimento. Infatti essere sazi non vuol dire solo non avere fame, ma avere soddisfatto un bisogno di gusto e di piacere collegato con l’alimentazione. E’ stato detto siamo ciò che mangiamo. Ma siamo anche come mangiamo. Da un punto di vista psicoanalitico l’allattamento è uno dei momenti più importanti della formazione psicologica dell’individuo. A seconda di come viene vissuto il rapporto con il seno, il modo in cui ci viene dato il latte, è qualcosa che mettiamo dentro (introiettiamo) e diventerà una modalità di percepire il mondo, noi stessi, e i nostri rapporti.

La diffusione di informazioni approfondite sulle sofisticazioni alimentari, sulla dannosità dei coloranti e dei conservanti, se da un lato aiuta una sana e corretta alimentazione può, nelle persone con problemi psicologici, creare delle fobie. Si possono infatti legare le proprie paure di un cibo cattivo, con la paura di usare un cibo che non sia rigorosamente biologico e naturale. Questa fobia degli alimenti non naturali può essere più sentita in paesi dove la cultura del cibo non è radicata, come in Italia che è famosa per la sua Dieta Mediterranea. L’uso della pasta e di olio di oliva extravergine primeggiano nelle linee guida internazionali di nutrizione adeguata nella lotta contro il colesterolo e quindi per la riduzione delle malattie cardiovascolari. In altri paesi, dove si usano regole alimentari non sane, come l’abuso di grassi anche per cucinare, probabilmente l’alimentazione biologica e vegetariana può avere un maggiore impatto per un più forte bisogno di una sana alimentazione. La fobia nasce in ogni caso da problemi psicologi legati al modo in cui abbiamo percepito la vita nella nostra infanzia.

Se è stata piena di paura e di situazioni negative queste, da grandi, diventano forme estremizzate di percepire la realtà, il cibo diventa tossico, l’ambiente inquinato e pericoloso. Dove possiamo ingannarci è che in parte è vero, c’è l’inquinamento alimentare e atmosferico. Ma non dovremmo dimenticare che questo è opera dell’uomo, siamo noi che abbiamo creato l’inquinamento. E ciò può essere il risultato delle stesse problematiche: l’essere umano ha perso la percezione del paradiso terrestre in terra e distrugge le cose belle che la Madre – Terra ancora può offrire. Perché ha perso la speranza, è diventato cinico e riproduce le esperienze negative dell’infanzia e della vita intrauterina. Il primo passo sarebbe quello di affrontare le cause, le problematiche del nostro eventuale cattivo rapporto con il cibo. Man, mano che lavoriamo su noi stessi e abbandoniamo queste difficoltà possiamo scoprire il sapore della vita e anche del cibo. Si può scoprire il piacere collegato al cibo, perché mangiare è come assaporare la vita, sentire se è bella o brutta. E poi curare l’aspetto del cibo sano senza cadere nella fobia.

Possiamo quindi cogliere che uno degli aspetti positivi del successo dell’alimentazione biologica è trovare un “cibo buono” forse soprattutto per l’anima, che ci permetta cioè di aprirci alla speranza, al piacere e ad un futuro contraddistinto da meno negatività e più positività.

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